DI: GIORGIA GIGLIELMINI__________

 

 

CONTENUTO:

Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi continua a far pubblicità alla SUA riforma costituzionale a SI o NO LA 7, ma apparirà soddisfatto e compiaciuto anche nel corso del dibattito con Gustavo Zagrebelsky, come al minuto 27 quando si sposta indietro sulla sedia e sorride restringendo le labbra, quando Mentana lo ringrazia per essere tornato prorogando impegni istituzionali?

AFFERMAZIONI ANALIZZATE TOTALI 10

AFFIDABILI: 3

INAFFIDABILI: 7

 

ANALISI

MINUTO 03:02 – Mentana chiede al Presidente del Consiglio quali sono i punti di forza della riforma costituzionale da lui messa in atto; il Premier si appresta a sottolineare che non è stato solo un suo volere la proposta delle modifiche, questo primo aspetto potrebbe essere un segnale tendete alla DISCOLPAZIONE? Potrebbe voler dire “io ci sono ma non sono il solo, non è solo colpa mia” ? le risposte a questi quesiti potrebbero essere positivi, gli elementi che potrebbero confermare ciò sono:

  1. imminente precisazione (se un soggetto non si sente in colpa o attaccato non si premura a sottolineare un concetto smontandolo);
  2. al minuto 3:09 il prolungamento e il rafforzamento “TUUUTTA” riporta al sottolineare nuovamente che non è il primo politico a proporre la riforma, si sente infatti in dovere di fare un lungo elenco di Governi che l’hanno preceduto e hanno avuto la stessa idea. Il concetto si conclude con l’azione del mordersi il labbro inferiore.

Quest’ultima azione sarebbe in grado di suggerirci: NERVOSISMO o ANSIA per qualcosa che si è detto; potrebbe essere inteso come autopunizione; perché il Presidente Renzi non si presenta come il primo promotore dell’iniziativa da lui proposta ? Risentimenti ? Incertezze ?

ESITO: INAFFIDABILE

 

MINUTO 4.02 –

  • Renzi si appresta a sottolineare cosa è stato lasciato in disparte e non modificato dalla riforma costituzionale, elenca ciò che rimarrà immutato anzichè rispondere direttamente alla domanda di Mentana. Aveva oggettivamente la possibilità di introdurre immediatamente e brillantemente i punti saldi su cui si basa la riforma invece preferisce far notare cosa non viene modificato, c’è da chiedersi perchè! Potrebbe essere una tecnica volontaria usata per rassicurare gli ascoltatori. Se il Premier fosse consapevole delle motivazioni che creano scontento per la riforma, potrebbe in qualche modo esaltare non tanto le sue modifiche quanto le NON modifiche. Ecco una tecnica di RASSICURAZIONE. Nel medesimo minuto afferma “abbiamo preso la parte minima”, solleva di scatto il mento sulla parola “minima”; il movimento del mento potrebbe far intendere orgoglio per ciò che si è fatto e sfida a far di meglio, il tutto potrebbe voler dire “c’era un grande lavoro da fare noi abbiamo fatto l’indispensabile”. Allarga le mani e socchiude in maniera accentuata gli occhi.
  • Al minuto 4:14 cade nuovamente un forte accento sul “NIENTE”. Ma cari lettori volevamo sapere su cosa si fonda o su cosa non si fonda la riforma ?

ESITO: INAFFIDABILE

 

MINUTI 04:17 e 05:25 – Il Premier continua il suo monologo elencando gli elementi, per lui, principali presi in considerazione dalla riforma costituzionale, si potrebbe asserire l’attendibilità delle affermazioni, anche se queste ultime appaiono vaghe e non approfondite e ancora una volta si potrebbe voler fare passare il messaggio che è bene discutere solo di cosa è in grado di stimolare maggior interesse. Viene nominata la diminuzione dei parlamentari, ma non l’eliminazione del CNEL, perchè ? probabilmente la risposta va cercata nella conoscenza dei cittadini; fa più “scoop” un parlamentare in meno che l’eliminazione di un organo di cui si conoscono a mala pena le funzioni. Tuttavia la fronte del Premier appare più rilassata e conseguente meno corrugata, il busto è proteso leggermente in avanti in segno di dialogo e apertura. Forse per Renzi sono realmente questi i punti saldi della SUA riforma, peccato che non sono gli unici, abbiamo dimenticato il resto o battiamo il ferro finchè è caldo ?

ESITO: AFFIDABILE

 

Minuto 5:38 –

“Dopo 35 anni che questi chiacchieravano, chiacchieravano, chiacchieravano finalmente queste riforme sono fatte. Adesso come prevede l’art. 138 della Costituzione la palla è in mano ai cittadini”.

Punterei all’analisi di questa frase dividendo momentaneamente la comunicazione verbale da quella non verbale. La prima parte dell’affermazione, prevede la sottolineatura di un avverbio di tempo che certifica la presa in carico della riforma “DOPO 35 ANNI”; quindi la sua riforma subentra dopo 35 anni di lamentele? Renzi ha solo dato atto a qualcosa che secondo il restante della politica doveva essere già compiuto? Se la risposta fosse si, perchè mai tante polemiche ? se la risposta fosse più che positiva vorrebbe dire che per 35 anni i politici (rappresentanti dei cittadini) hanno proposto quello che solo adesso viene compiuto,quindi i cittadini stessi dovrebbero essere soddisfatti e ansiosi dell’ipotetica messa in vigore; vi sembra questo lo stato d’animo sociale attuale? Renzi potrebbe voler intendere implicitamente che il clamore per il NO non dovrebbe dunque sussistere. Dalla nostra analisi risulta importante osservare l’utilizzo dell’epifora (ripetizione di una stessa parola) “CHIACCHIERAVANO, CHIACCHIERAVANO, CHIACCHIERAVANO”, scopo ? questa figura retorica è utilizzata al fine di rinforzare il concetto. Quindi se LORO chiacchieravano, IO ho messo in atto una cosa che però LORO sostenevano, che LORO ripetevano, che LORO volevano. Legata inevitabilmente alla ripetizione troviamo il “FINALMENTE”; finalmente dopo anni IO ho dato una svolta ma dovremmo chiederci, perché se questo è un elemento di notività necessario e rivoluzionario il tono di voce del Premier non tende minimamente a cambiare ? noi tutti sappiamo infatti che sentimenti come contentezza, soddisfazione e orgoglio sono a volte incontenibili e, se pur inconsciamente, dovremmo poter captare un barlume di felicità e soddisfazione nelle parole dell’oratore: vi sembra un persona sicura e soddisfatta del suo operato ? Potremmo concludere l’analisi di questa affermazione osservando come Renzi alzi le mani con i palmi rivolsi verso l’esterno ricordando che la scelta finale è dei cittadini come previsto dalla stessa Costituzione. Questo movimento, forse inconscio, potrebbe essere collocato all’interno di diversi significati, quali necessità di discolparsi, istinto di protezione di se stesso da possibili accuse e insicurezza; quest’ultimo atteggiamento, al MINUTO 5:49, dovrebbe poter essere confermato dalla successiva chiusura delle mani, lo sguardo verso il basso e la chiusura delle labbra, tutti atteggiamenti che potrebbero voler indicare RIMORSO, STRESS, INSICUREZZA, PAURA e SOTTOMISSIONE o nel caso peggiore una moderna visione di Ponzio Pilato che se ne lava le mani.

ESITO: INAFFIDABILE

 

MINUTO 11:02 – Il Presidente del Consiglio controbatte al pensiero del prof. Zagrebelsky, affermando che numerosi altri stati, cita la Francia e la Germania, hanno un bicameralismo basato su una radicale differenziazione. Renzi continua il suo intervento affermando che il nostro bicameralismo crea un evitabile “ping pong” tra le due Camere. Si suppone che questo “ping pong” a cui si riferisce il Premier è la cosi detta “navetta”, ossia in caso di modifiche da parte di una delle due camere, il testo ritorna all’altra camera che lo deve riapprovare. Ebbene detto ciò, sarebbe però opportuno ricordare che anche l’iter per l’approvazione della legge del parlamento francese prevede la navetta parlamentare, descritta dall’art. 45 della Costituzione. La differenza sta nel numero di “navette” tra le due camere, in Francia infatti ad un certo punto si può aprire una procedura speciale che può portare alla prevalenza dell’Assemblea Nazionale sul Senato. Pur trovando veritiere le affermazioni del Premier dovremmo chiederci se la lentezza nel “fabbricare” le leggi dipende dall’istituzione o dagli uomini che compongono l’istituzione; è un po’ come chiederci se crediamo in Dio perché esiste la Chiesa, o crediamo a prescindere dalla Chiesa. Se volere fosse potere magari non occorrerebbero 887 giorni per far passare una legge. Basterebbe stringere i tempi ?

ESITO: AFFIDABILE

 

MINUTO 34:35 – Il Premier Renzi elenca alcune delle modifiche che perverranno per merito/a causa della vittoria positiva al Referendum; il Presidente cita in particolar modo lo STATUTO DELLE MINORANZE e successivamente chiede al suo “avversario” di sostenere le sue tesi attraverso articoli e/o documenti concreti. La controparte all’ascolto di questa provocazione chiede prontamente a Renzi chi dovrebbe approvare lo Statuto sopra citato, la risposta corretta, citata anche dallo stesso Presidente, è la Camera dei deputati; quindi la MAGGIORANZA approva lo Statuto delle MINORANZE. Politica a parte vi sembra un meccanismo logico ed equo? Forse inconsapevolmente abbiamo dei “politicanti” così corretti che non metterebbero in nessun caso i bastoni tra le ruote alle minoranze, anzi ! Più semplicemente il Premier, senza volerlo, si è tirato la zappa sui piedi da solo e non contento di ciò invita insistentemente Zagrebeski a illuminare gli italiani su chi ha introdotto il termine MINORANZA in Costituzione. Sappiamo tutti che “Verba volant, scripta manent” ma se vince una MAGGIORANZA inevitabilmente ci sarà una MINORANZA.

ESITO: INAFFIDABILE

 

MINUTO 55:17- Il prof. Zagrebeski asserisce “o il Senato non conterà più niente o se conterà qualcosa creerà più difficoltà di quanto ne crea adesso”, al MINUTO 55:35 il Presidente Renzi anziché rispondere immediatamente alla domanda che gli viene posta ben due volte sia dal costituzionalista Zagrebeski sia da Mentana, devia la risposta sulla. Il Premier EVADE palesemente da una risposta basata sull’immediatezza, nonché sulla questione primaria messa in luce dal REFERENDUM: “SENATO SI, SENATO NO”. La successiva affermazione è “il problema delle elezioni non è decidere chi vince”; ma ricordiamo male noi o è stato ribadito più volte dallo stesso Premier che nel caso in cu avesse perso il SI si sarebbe dimesso ? Troviamo che ci sia una piccola discordanza tra la volontà di non rispondere immediatamente e le sue dimissioni; ci spieghiamo meglio se vincesse il NO e quindi il SENATO rimarrebbe ciò che è stato fino a questo momento, inevitabilmente Renzi se fosse “uomo d’onore” si dovrebbe attenere a quanto detto, quindi perché rispondere immediatamente a una domanda ben formulata e non espressa con tanti giri di parole ? se rispondesse immediatamente potrebbe dare lui stesso, anche involontariamente, una risposta negativa e quindi i cittadini non sarebbero più portati a votare SI, meglio girare attorno all’argomento VOLONTARIAMENTE.

ESITO:INAFFIDABILE

ORA 1.15:30- il prof. Zagrebeski chiede al Presidente del Consiglio “Secondo lei sono più importanti le forme o è più importante la sostanza politica che sta nelle forme?”, Renzi risponde “Per me è molto più importante la sostanza professore”, guarda il suo interlocutore nella prima parte della frase e poi fissa lo sguardo alla sua destra, indizio che potrebbe indicare la costruzione di un’immagine. Elemento da attenzionare anche in questi frangenti è la posizione delle braccia incrociate sul petto che potrebbero voler suggerire involontariamente al proprio interlocutore: POCA DISPONIBILITA’ ALLA COMUNICAZIONE, VULNERABILITA’, CATTIVO UMORE PER L’ARGOMENTO TRATTATO.

ESITO:INAFFIDABILE

ORA 1.26.11 – Il Presidente Renzi parla del TITOLO V della Costituzione e si premura a non farlo in “POLITICHESE”, riporta esempi concreti delle migliorie che verranno apportate attraverso la Riforma Costituzionale. Volgiamo l’attenzione all’ascolto dell’elenco proposto dal nostro interlocutore e facciamo attenzione a due aspetti dell’elenco:

  1. Il Premier distingue “CHI VOTA SI” con un tono di voce più acuto e “squillante”, atto che sembra voler invogliare a prendere questa decisione, successivamente però distingue inconsciamente “CHI VOTA NO” con l’abbassamento del tono di voce, probabilmente volto a scoraggiare il ricevente del messaggio;
  2. Altro aspetto interessante da tenere in considerazione è la distinzione oggettivamente spontanea e volontaria che Renzi procede a fare, differenziando le posizioni che si avrebbero con la scelta positiva su quella negativa; l’analisi porta a un quesito fondamentale: è la modifica del TITOLO V che viene inserita in un vortice di modifiche a cui appartiene solo parzialmente o questo punto è usato per fare da specchietto per le allodole? Potrebbe essere inteso come un colpo basso far leva su malati oncologici e sulle cure che non arrivano o arrivano in maniera differenziata nelle diverse regioni, o ancora sui diversi permessi che un autotrasportatore debba avere per attraversare il paese? Potrebbe oggettivamente essere un modo per attirare più pesci nella rete con argomentazioni che stanno più a cuore a noi gente comune. Tuttavia la nostra analisi, con esito attendibile, trova riscontro anche nell’atteggiamento del prof. Gustavo Zagrebelsky che ammette di non essere totalmente contrariato se l’innovazione comportasse solo la riforma del TITOLO V. Caro Presidente anche questi sono “i NO che fanno crescere”.

ESITO: ATTENDIBILE

ORA 2:14: – Siamo arrivati alla chiusura di questo dibattito e il messaggio conclusivo spetta al Presidente Renzi. Per invogliare al SI viene fatta questa introduzione: “Da 30 anni i politici dicono sempre la stessa cosa FAREMO FAREMO FAREMO, CAMBIEREMO CAMBIEREMO CAMBIEREMO, ora per la prima volta qualcuno QUELLA proposta è riuscita a metterla in campo”. Il Premier oltre a utilizzare nuovamente tre parole uguali per  rafforzare il concetto che intende “vendere”, afferma nuovamente che questa Riforma è il risultato di qualcosa che gli altri si sono auspicati per molto tempo e solo ora è possibile realizzare; se chiudete gli occhi e ascoltate per intero la frase vi accorgere che un rafforzamento del tono di voce, forse involontario o forse no, avviene su QUELLA in riferimento alla PROPOSTA. Il Premier continua la sua pubblicizzazione per il SI elencando cosa verrà cambiato e fa ripetutamente cadere l’accento sul concetto di RISPARMIO e DIMINUZIONE. Avendo capito che risparmio e diminuzione concorrono in minima parte a questo vento di cambiamento, noi tutti dovremmo chiederci se il gioco vale effettivamente la candela; è il caso di perdere la maggior parte della democrazia per un risparmio irrisorio ?

ESITO: NEGATIVO

 

 

Autore:

Giorgia Guglielmino