Le espressioni di solidarietà e le mobilitazioni che si sono create intorno ad Antonio sono stata grandi, sentite e globali, da tutta Italia fino ad arrivare oltre Oceano.

Una mobilità che ha toccato tutti i cuori di chi per conoscenza diretta o per puro caso è venuto in contatto della sofferta situazione vissuta dal nostro Ranger e dalla sua famiglia.

Solo gli insensibili o i colpevoli potevano rimanere indifferenti a tale richiesta di aiuto urlata da ormai dodici anni da Antonio.

Tale urlo di sofferenza è stato talmente costante e straziante da essere stato ascoltato anche oltre le mura Vaticane.

Le difficoltà e le sofferenze vissute da Antonio, da sua moglie Maria e dai suoi piccoli bimbi Biagio e Carmen, cinque e sei anni, hanno sfondato le porte del Vaticano colpendo la sensibilità di Papa Francesco, tanto da spingerlo a scrivergli una calorosa lettera di vicinanza e supporto.

Il Santo Padre nella sua lettera esprime tutta la sua solidarietà, sia umana che Cristiana ad Antonio e alla sua Famiglia, per la delicata e sofferta situazione umana e professionale vissuta.

Il Papa conosce le sofferenze fisiche vissute da Antonio a causa del tumore che lo sta pian piano vincendo.

Il Papa nella sua vita ha avuto modo di conoscere direttamente la pena e la sofferenza sia fisica che mentale.

Il buon Papa Francesco sa anche che in una situazione caratterizzata da una così grande sofferenza, Antonio ha bisogno di una supporto umano e cristiano al di sopra della normale fede, per questo chiede allo stesso di non aver paura della sofferenza e di lasciarsi aiutare dalle amorevoli braccia di Cristo e dall’affetto di Sua Madre la Vergine Maria.

La Vergine Maria sa cosa vuol dire soffrire per la perdita di un Figlio giovane, per questo sicuramente Antonio non sarà mai solo nel suo cammino.

Il buon Papa Francesco comprende anche le preoccupazioni che tormentano Antonio per non aver potuto godere della lealtà e della vicinanza che invece avrebbero dovuto esprimergli le Istituzioni.

Pur affranto per le ingiustizie vissute da Antonio, il Papa riesce a gioire per la vicinanza, l’affetto e la incondizionata solidarietà dimostrata dai colleghi militari e dagli amici che si sono adoperati in ogni modo per rendergli piacevole ogni ultimo momento.

Il Santo Padre, con quella delicata lucidità che da sempre lo contraddistingue nella sua implacabile e giusta riforma della Chiesa, riesce ad evidenziare l’ingiustizia vissuta da Antonio da parte di varie Istituzioni.

Infatti, con due semplici parole “giustamente ricevere” il Santo Padre identifica un silenzio ormai portato avanti da dodici anni,  silenzio che le suddette Istituzioni continuano a perpetrare e che, a nostro parere, sembrerebbe sempre più assomigliante all’omertà mafiosa.

La cosa che fa star male Antonio e per la quale non si da pace è il fatto che tali Istituzioni sono le stesse da lui difese con coraggio e incondizionata abnegazione, le stesse che, anche difronte a quanto da lui vissuto, non riesce a denigrare o delegittimare.

Al contrario, Antonio si è limitato solamente a chiedere ciò che la legge riserva in questi casi, nulla di più.

Il buon Santo Padre ha compreso a pieno la disumana condizione fisica e mentale vissuta da Antonio e ha voluto riempire quel vuoto lasciato inspiegabilmente dallo Stato nella vita di un suo figlio.

Vuoto non colmato di chi avrebbe potuto e dovuto, nemmeno ora che è vicino alla morte, nemmeno per attenuare il dolore della moglie e dei suoi due innocenti bambini.

Come ha ribadito Papa Francesco, per fortuna quello che non hanno voluto fare le Istituzioni, lo hanno potuto e voluto fare i colleghi e gli amici, riunendosi nell’associazione AssoRanger si sono mossi per creare tutta una serie di eventi e situazioni in favore di Antonio.

I suoi colleghi lottano accanto ad Antonio, lo supportano e lo supporteranno fino a quando saranno riconosciute tutte le cose che la legge prescrive.

La lettera del Santo Padre ha stimolato i colleghi, gli amici e i famigliari a stare ancora più vicino ad Antonio, per assicurare tutto il supporto che merita e a combattere fino in fondo con tutta la loro forza disponibile in difesa dei suoi diritti di soldato, di padre, di marito, di uomo.

Questa forza scaturisce proprio da Papa Francesco e dalla sua ferma convinzione che un mondo migliore si può creare, basta volerlo e basta lottare fino in fondo con volontà, lealtà e incondizionata fede.

Papa Francesco ha dimostrato che è possibile nella sua azione atta a riportare la Chiesa vicino al vero messaggio del Cristo, ovvero vivere in fratellanza e in semplicità, in funzione del prossimo, del fratello che ci sta accanto.

Valori ben conosciuti dai soldati italiani.

Antonio merita non solo l’attuazione delle leggi, ma merita tutta questa solidarietà, tutto questo calore umano, tutto questo amore.

Lo merita per essere stato un marito e un padre esemplare, lo merita per la semplicità con il quale ha vissuto il sentimento dell’amicizia che ha sempre dimostrato, per la sua abnegazione e correttezza e lealtà in ambito lavorativo.

Antonio se lo è guadagnato sul campo.

Un abbraccio e un ringraziamento affettuoso al buon Papa Francesco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un ringraziamento speciale a Don Alessandro per la gentile intercessione e tutto il sostegno dimostrato ad Antonio.

Lettera aperta a Papa Francesco: Antonio Attianese ha bisogno di aiuto!