Facebook a volte può essere divertente, altre rivelatore di verità, altre ancora freddo emissario di dolore e rammarico.

Michele Sabia si è spento oggi 01/07/2018.

Michele Sabia era un sottufficiale dell’Esercito, un fratello della Folgore.

Michele Sabia era un uomo di eccezionale forza di volontà e con valori etici e umani fuori dal comune.

Michele Sabia era un guerriero buono, che seppur sofferente per un male che lo stava consumando, si era proposto per aiutare Antonio Attianese e tutti i colleghi nelle stesse condizioni durante la loro battaglia.

Aiutare un collega, togliere a se stessi del tempo prezioso, impegnarsi per il prossimo mentre si è coscienti che la vita sta per finire è lo spirito dei veri guerrieri, è il significato di essere un Uomo.

E’ un esempio di vita lasciato ai propri figli.

Michele ha fino all’ultimo dimostrato a tutti che la dignità di uomo, di soldato, di padre e di marito va ben oltre il benessere personale.

Questi sono valori che ha voluto portare avanti per pura coscienza e non per convenienza.

Non ha urlato, non ha inveito, non ha perso nè dignità nè passione per la vita.

Michele ha saputo donare alla propria famiglia un amore e una presenza incondizionata.

Gli ha voluto e saputo dimostrare con i fatti, quanto sia bella la vita indifferentemente dalle avversità incontrate.

Gli ha dimostrato che vivere vuol dire dedicarsi agli altri.

Michele Sabia ha saputo confermare il proprio valore di uomo, di padre e di amico, agli occhi di tutti.

Ora ha lasciato un vuoto enorme nella testa, nei cuori e nelle braccia della moglie e dei figli.

Questo vuoto non potrà essere riempito.

Questo vuoto ha creato sofferenza.

Questo vuoto e questa sofferenza potevano essere in parte colmati se solo le Istituzioni, se i Vertici Militari, se il Generale Graziano, se l’ex Ministro alla Difesa Pinotti, se il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella (persona che conosce sulla propria pelle quale sia il dilaniante patimento per la perdita di un caro), se solo tutti quelli che erano nelle condizioni  di intervenire umanamente oltre che istituzionalmente, avessero avuto realmente a cuore i propri uomini.

La paura di prendere una posizione in merito, la vergogna a metterci la faccia, troppe volte crea delle aberrazione comportamentali indegne dell’umanità.

Ancora una volta è stato abbandonato a se stesso un uomo proprio mentre chiedeva aiuto.

Ancora una volta abbiamo fatto finta che non ci fosse un problema, con arroganza e assenza di umanità.

Ancora una volta proprio chi avrebbe dovuto insegnarci il significato di parole come lealtà, altruismo, cameratismo, onore, ha dato segno ed esempio di cosa voglia dire disonore, arrivismo, egoismo e slealtà.

Ma queste parole, questa denuncia di inattività, questa vergogna la devo riportare anche su me stesso.

Michele mi aveva contattato il 

“Ciao buongiorno sono un ex sottufficiale della folgore con lo stesso problema di Antonio e volevo ringraziarti per quello che fai il tuo comportamento è ammirevole fammi sapere se posso in qualche modo fare anch’io qualcosa per lui”
Parlammo del problema, lo ringraziai e gli promisi di aiutarlo a sua volta nella sua battaglia.
Quella promessa non è stata da me mantenuta.
L’aver seguito le vicende di Antonio Attianese, l’aver intrapreso tutta una serie di battaglie legali e amministrative nei confronti di quella parte di militari presenti “indegnamente” nelle Forze Armate, mi ha fatto completamente dimenticare di un amico che mi chiedeva aiuto.
Purtroppo mi sono ricordato di Michele solo in questo momento leggendo lo straziante annuncio della sua morte scritto dai suoi figli.
Provo vergogna e rabbia per me stesso per non aver aiutato un uomo buono in difficoltà.
Chiedo perdono a Michele e alla sua famiglia per non averli saputi aiutare nel momento del bisogno.
Ora non posso rimediare poiché nulla potrà riportarlo tra le braccia dei suoi cari.
Posso solo fare in modo che anche lui non venga dimenticato.
Se solo fossimo meno distratti forse riusciremmo a goderci quei pochi istanti in compagnia di chi ci ama.
A tutti quelli che hanno causato questo dolore, a quelli che avrebbero potuto per l’ennesima volta migliorare gli ultimi anni di vita di queste persone, a tutti quelli che ancora si nascondono dietro gradi, mostrine, incarichi e poltrone, auguro di non dimenticare mai questi occhi. Che possano tornarvi in mente ogni volta che chiuderete i vostri prima di addormentarvi accanto alla vostra famiglia, moglie, marito, figli.
Vi auguro di potervi ricordare questi occhi ogni volta che vostra figlia o vostro figlio o vostra moglie vi chiederà affetto, lo stesso che avete tolto ad altri.
Questi occhi potrebbero essere di ognuno di noi.
Perdonami Michele per non aver rispettato il #nessunorimaneindietro