Archimede, Giulio Cesare, Marco Polo, Dante Alighieri, Leonardo da Vinci, Cristoforo Colombo, Michelangelo Buonarroti, Galileo Galilei, Caravaggio, Antonio Stradivari, Giacomo Casanova, Alessandro Volta, Giuseppe Verdi, Giuseppe Garibaldi, Guglielmo Marconi, Enrico Fermi, Maria Montessori, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, sono solo un esile ed infinitesimo numero di esempi grazie ai quali la nostra Patria ancora oggi è ammirata e invidiata dal mondo intero.

Anche da quella parte di mondo che ora pubblicamente ci deride, ma che intimamente sa di non poterci ne raggiungere ne eguagliare.

Forse è proprio questa frustrazione a rendere boriosi in molti.

L’ardimento dei nostri illustri avi, la loro forte volontà di cambiare, di provare, di impegnarsi personalmente per il prossimo, questo rispetto per loro stessi, li ha preservati nella dignità, quindi nella storia.

Questa nostra storia però, dovrebbe anche renderci evidente un’altra realtà che purtroppo sempre più forzatamente ci viene allontanata dagli occhi.

Noi italiani possiamo essere migliori rispetto a quello che siamo, o meglio, di quello che cercano di costringerci a essere.

Negli ultimi anni abbiamo vissuto un decadimento della nostra società.

Siamo diventati, arroganti, corruttori e corruttibili, cinici e venali, privi di cultura, di onore e di dignità.

Ci vendiamo senza vergogna per un’ora di celebrità, per un deprimente posto di lavoro o per mettere un grado sulla divisa.

Per guadagnare i nostri trenta denari dimentichiamo chi siamo, rinneghiamo la nostra storia, i nostri amici e la nostra famiglia, e non solo la nostra Patria.

Al fine di soddisfare la nostra cupidigia mettiamo da parte l’onore e la dignità, arrivando anche a tradire il giuramento fatto alla Patria nel momento in cui ne abbiamo indossata la divisa.

Quest’ultimo concetto, tra tutti, è il più indicativo circa il decadimento raggiunto da questo Paese.

Nel senso comune dei cittadini, la “Divisa” identifica i tre simboli principali della Nazione: la Bandiera, l’Emblema della Repubblica Italiana e l’Inno Nazionale.

Il Militare come ogni altro cittadino che indossi una divisa, dovrebbe rappresentare l’antonomasia di alti valori quali lealtà, onore, fratellanza e obbedienza incondizionata alla Patria e alla popolazione.

Negli ultimi periodi, però, stiamo sempre più spesso vivendo la riprovevole realtà che stravolge e getta un’onta su quanto appena dichiarato.

Anche in questo ultimi giorni, ad esempio, viviamo dei comportamenti da parte di personale in divisa che nulla ha di onorevole, di fraterno o di leale.

Ma la cosa ancora più disarmante e riprovevole sta nel fatto che tali biasimevoli comportamenti vengano perpetrati senza vergogna e senza pudore anche da persone appartenenti ai vertici delle Forze Armate e delle Forze di Polizia.

Tali soggetti seppur attaccati nell’evidenza dei fatti, rimangono impunemente e sfacciatamente a decantare tutto il loro patriottismo incollati alle loro poltrone, coccolati da una politica ormai connivente e indegna del ruolo ricoperto.

Basterebbe, ad esempio, leggere la formale relazione redatta dalla Commissione Parlamentare di inchiesta sull’”Attività d’Inchiesta in materia di sicurezza sul lavoro e tutela ambientale nelle Forze Armate”.

http://www.gianpieroscanu.it/wp-content/uploads/2017/07/Seconda-relazione-intermedia-19lug17.pdf

In detta Relazione il Presidente Scanu, insieme e a nome della Commissione che presiede, denuncia apertamente e formalmente i comportamenti omissivi, i tentativi di depistaggio, le ostruzioni perpetrate da appartenenti al Comparto Difesa che pur di non far evincere tutta una serie di gravi mancanze e colpe, che hanno portato anche alla morte di militari in servizio, hanno tenuto dei comportamenti completamente contrari alla Divisa indossata, al ruolo ricoperto, al giuramento fatto allo Stato.

Ancora più grave del deprecabile comportamento tenuto da questi servitori dello Stato è il silenzio dei Vertici Militari e dei politici, che si sono ben visti dall’intervenire per indagare, identificare, infine sanzionare i possibili colpevoli.

Al contrario,  hanno ufficialmente e ufficiosamente spalleggiato, quindi avvallato tali comportamenti.

Per chi ha vissuto la vicenda del Ranger Antonio Attianese sarà più facile comprendere tali affermazioni e la criticità in esse contenute.

http://www.carlochiariglione.com/2017/02/21/antonio-attianese-ranger-padre-e-marito-usato-e-poi-abbandonato-dallo-stato-io-so-e-ho-le-prove/

Ma nulla è perduto, nulla è immutabile e nulla è irrecuperabile, basta volerlo.

Ciao Antonio, domani saranno passati quattro mesi dalla tua partenza, e come vedi siamo ancora qui a gridare giustizia.

Nessuno rimane indietro.

#GiustiziaperAttianese

 

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