Il momento storico con tutti i suoi problemi economici, politici, culturali e quelli legati alla violenza nazionale ed estera, ci costringe sempre di più a vivere in una condizione di cinica freddezza.

Certo, in alcuni casi, questo ci permette di sopravvivere poiché se un qualcosa non ci “tocca” non se ne subiscono gli effetti.

Ma questo tipo di mentalità, questa fredda visione dei rapporti umani ci stanno allontanando sempre di più dal succo vero della vita.

L’uomo dovrebbe vivere la propria esistenza godendone a pieno, e visto che l’uomo nasce per condividere con ciò che lo circonda, dovrebbe essere cosciente di questo e non perdere in comportamenti errati nemmeno un minuto.

Vivere ogni secondo come se fosse l’ultimo ma viverlo a pieno e con la massima serenità e felicità possibile.

Questo è quanto ci ha sempre ricordato Antonio durante tutta la sua esistenza, nei suoi dodici anni di patimenti, ma ancor più negli ultimi mesi, momenti in cui il male lo aveva ormai piegato nel fisico.

Vivete, sorridete, gioite in ogni momento, se lo faccio io che sto morendo dovete farlo anche voi, ma non per me, fatelo per voi stessi. Questi vostri sorrisi, il sapervi contenti e sereni anche dopo la mia morte, sarà per me motivo di serenità e soddisfazione.

Quando non ci sarò più dovrete sorridere ancor più di ora, solo così mi renderete onore e mi sentirete vicino a voi.

Questo è il succo di quanto sempre ripetuto da Antonio ai suoi cari e ai suoi amici.

Antonio sapeva che gli stolti, gli invidiosi, i mentecatti, i piccoli di spirito e di intelligenza avrebbero visto in quei sorrisi regalati dai suoi amici e dalla sua famiglia dopo la sua morte, come una mancanza di rispetto o ancor peggio come una sorta di sollievo per la sua scomparsa.

Antonio era cosciente che in molti avrebbero cercato di rovinare la serenità che lui stesso aveva voluto e creato nella propria famiglia, ma allo stesso tempo sapeva anche di aver creato una famiglia fantastica, forte, coesa e sinceramente legata.

Questo per lui era l’unica cosa che contava, ovvero sapere sua moglie, i suoi bambini, la sua famiglia, i suoi veri amici sereni e sorridenti e non affranti e distrutti dalle lacrime.

 

Le lacrime a volte servono a nascondere agli occhi del “popolino” l’aridità e l’insoddisfazione che albergano nel cuore e nella famiglia.

 

Oggi si è festeggiato, e non a caso usiamo questa parola, il trentanovesimo compleanno di Antonio.

La famiglia, gli amici e colleghi si sono ritrovati sulla sua tomba a festeggiare con lui tale lieto evento.

Hanno festeggiato, bevuto e mangiato la torta così come deve essere fatto in una festa di compleanno organizzata per una cara persona.

Di tutta risposta Antonio ha voluto ringraziare tale affetto facendo trovare sulla sua tomba due enormi pacchi indirizzati ai suoi due piccoli angeli Carmen e Biagio.

I due bimbi hanno trovato due doni lasciati per loro dal loro papino e questo gli ha donato nuova gioia e nuovi sorrisi.

 

Carmen e Biagio devono riuscire a crescere in una realtà contornata esclusivamente da sorrisi e normalità, solo chi vive di malafede e frustrazioni non riesce a capire cosa di meravigliosamente grande stanno facendo per questi due bimbi la loro mamma Maria e tutti quelli che gli stanno affettuosamente attorno.

Non deve passare un momento senza che Carmen e Biagio possano godere dell’amore e dell’affetto sereno della loro mamma e del amorevole ricordo del loro papà.

E se qualcuno dovesse trovare questo materno comportamento sconveniente o inadatto al “lutto”, allora dovrebbe immedesimarsi ogni sera nella testa e nel cuore di tutte quelle persone che hanno perso la propria persona amata e che sono costrette quotidianamente a ricordarlo la sera, quando sole e senza più nessuno che le consoli o gli faccia forza, sono costrette ad addormentarsi in una stanza vuota, silenziosa buia e fredda.

Queste aride persone per capire quanto male hanno nel cuore e quanto ne dispensano con il loro spettegolare, dovrebbero vivere solo un minuto per comprendere cosa vuol dire l’angoscia di non poter più sentire il suono della voce, il calore di un abbraccio o il sapore di un bacio del proprio amato.

Ma forse non è cattiveria la loro ma solo invidia, poiché in tutta la loro vita non hanno mai vissuto cosa vuol dire essere realmente amate e cosa vuol dire condividere tutto con la persona amata.

Per fortuna in tutta questa nostra storia, nella grande e amorevole famiglia di Antonio tutto questo non è mai stato nemmeno lontanamente vissuto.

Antonio ancora vive nel cuore della famiglia e degli amici.

Antonio oggi ha avuto la festa di compleanno che si meritava.

Un abbraccio Antonio

Nessuno rimane indietro